Armanda Salvucci ci racconta il suo progetto ‘Sensuability’

Lei si chiama Armanda Salvucci, ha aderito alla nostra iniziativa #raccontiamoci…Qui ci parla del suo progetto ‘Sensuability‘ molto speciale e interessante….

Il film “Secondo Piano Scala B” racconta la storia di 5 protagoniste che hanno caratteristiche molto diverse fra loro: una è accomodante, una è impulsiva, una non riesce a dire no, un’altra è molto risoluta, e infine una è illusa nel suo presente: quale tipo di donna ti senti di più?
Non credo di poter fare una distinzione così netta. Direi di base sono una donna impulsiva ma fortemente risoluta e questa caratteristica l’ho riscoperta in questi ultimi tre anni per diversi motivi.

Su quale media ti piacerebbe vedere “Secondo Piano Scala B” (cinema, TV, web) e perché?
Ovviamente mi piacerebbe vederlo al cinema, ma se così non fosse il web potrebbe essere un importante mezzo di distribuzione. Penso a film come “Donnie Darko”, che, rifiutato nei circuiti cinematografici, ha avuto un enorme successo grazie alla diffusione su Internet e al passaparola.

Ci parli del tuo progetto ‘Sensuability? Quando e come è nata l’idea di realizzarlo? Che percorso stai seguendo ora?
È un progetto di sensibilizzazione il cui obiettivo è eliminare gli stereotipi e pregiudizi relativi la sessualità e la disabilità, proponendo una nuova cultura della disabilità che agisca attraverso tutte le forme d’arte, dalla cinematografia alla fotografia, alla pittura alla musica e al fumetto..
Il tema ovviamente ha permeato tutta la mia vita e ad un certo punto ho deciso di espormi in prima persona per sfatare alcuni stereotipi sulla sessualità e soprattutto per dimostrare che disabilità non fa rima con castità. Perché nel nostro Paese si parla poco di questo argomento e quando lo si fa, spesso lo si fa male. I disabili vengono visti sempre come eterni bambini, che possono aspirare a una “affettuosità” ma mai a una sessualità. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quando una famosa regista ha pubblicato, in vista del suo nuovo film, un casting per un nano che facesse tenerezza. Quando ho letto la notizia sui giornali ho capito che dovevo fare qualcosa: del resto chi meglio di me che vivo questi stereotipi sulla mia pelle, poteva farlo? Senza pietismi e pesantezza. Così nel 2016 ho ideato Sensuability. Abbiamo realizzato un cortometraggio nel 2017 e a ottobre 2018 è partito il concorso Sensuabilty & Comics aperto a tutti gli appassionati illustratori e fumettisti ai quali abbiamo chiesto di ridisegnare un nuovo immaginario erotico di corpi non perfetti ma estremamente sensuali. Il 14 febbraio abbiamo inaugurato la mostra “Sensuability: ti ha detto niente la mamma?” Durante questo San Valentino ‘alternativo’, sono state esposte 72 opere, tra fumetti e illustrazioni, realizzate dai partecipanti al concorso e tavole donate da grandi artisti quali Milo Manara, Fabio Magnasciutti, Mauro Biani, Frida Castelli, Luca Enoch e tanti altri. Durante l’evento sono stati premiati i vincitori del concorso, selezionati dalla giuria presieduta dal maestro del fumetto erotico Milo Manara.

In cosa è stra-ordinaria la tua vita? Quale aneddoto o episodio o evento vissuto ti ha fatta sentire bene, ti ha fatto raggiungere un traguardo?
Non so se la mia vita può essere definita straordinaria. Complessa, diversa, bella, tosta, divertente, come tutte… di episodi che mi hanno fatto sentire bene ce ne sono stati tanti ma sicuramente l’ultimo ha segnato uno spartiacque, un passaggio interiore importante. Avevamo appena finito di allestire la mostra Sensuability, ero seduta al centro della sala davanti alle opere ben sistemate e soffermandomi su ognuna scorrevano nella mia mente il primo contatto, l’attesa, la consegna della tavola degli artisti famosi, il concorso, le adesioni, la paura che ci fossero poche partecipazioni, le tavole consegnate, l’emozione nel vedere quanto i ragazzi fossero entrati nel progetto. Beh, ad un certo punto ho sentito la stessa sensazione che si ha quando incontri per la prima volta la persona che ami o amerai. Ho pensato: “È qui, è lei, ce l’ho fatta”. Una sensazione che ancora oggi non mi abbandona.

Cosa farai domani? (Progetti per il futuro…)
Continuerò a lavorare su Sensuability, a raccogliere fondi per la terza fase del progetto, il mockumentary, a cercare spazi dove esporre la mostra e soprattutto a tentare di cambiare le cose.